Lo scoppio della sindrome respiratoria acuta grave da Coronavirus, che ha avuto origine, come tutti sappiamo a Wuhan, in Cina, è diventata una delle principali preoccupazioni sanitarie in tutto il mondo.
Ad oggi, nessun trattamento specifico ha dimostrato di essere efficace per l’infezione da Covid-19.
Oltre alle cure di supporto, come l’apporto di ossigeno nei casi lievi e l’ossigenazione extracorporea a membrana per i pazienti critici, sono ancora in fase di studio farmaci specifici per la malattia.
Sulla terapia a base di plasma di persone che hanno preso l’infezione e poi sono guarite, per il trattamento dell’infezione Covid-19, si stanno facendo enormi discussioni e grandi agitazioni mediatiche.
E’ essenziale per salvare vite, in attesa del vaccino, o si può fare solo in casi di emergenza? Serve per prevenire l’infezione?
Quanto è sicura, essendo il plasma proveniente da persone infette e poi guarite? Quanto può migliorare lo stato di un paziente che già ne soffre?
Nelle ultime ore l’ex-assessore alla Sanità regionale, Sergio Venturi, al suo ultimo giorno come commissario regionale per l’emergenza Coronavirus, ha dichiarato che anche in Regione Emilia Romagna partirà la sperimentazione.
Di cosa si tratta?
Il plasma degli individui affetti da Covid-19 e poi guariti o le immunoglobuline sono stati usati come ultima risorsa per migliorare il tasso di sopravvivenza dei pazienti con Covid-19 le cui condizioni hanno continuato a peggiorare.
In realtà non si tratterebbe di una manovra così innovativa.
Nel 2014, l’OMS aveva già raccomandato l’uso del plasma raccolto da pazienti che erano guariti dalla malattia da virus Ebola come trattamento empirico durante le epidemie,
Nel 2015, stessa cosa nel trattamento della sindrome respiratoria medio orientale (MERS).
Nello stesso anno, un anticorpo era stato iniettato nei pazienti HIV-1 positivi.
Sperimentato per la prima volta sull’uomo, un nuovo anticorpo aveva ridotto significativamente per molte settimane la carica virale dell’HIV anche dopo una singola somministrazione.
Si era visto che questo anticorpo non solo limitava lo sviluppo della malattia a partire da una nuova infezione virale, ma che funzionava efficacemente per velocizzare lo smaltimento del virus presente nell’organismo affetto.
FInora, le sperimentazioni fatte in questi ultimi mesi dagli scienziati confermano miglioramenti dei casi di Covid-19 se ai pazienti veniva trasfuso plasma di persone guarite, che possedeva quindi l’anticorpo sviluppato in questi mesi contro il Covid-19.
Le prove mostrano che il plasma di pazienti guariti da infezioni virali può essere usato senza il verificarsi di gravi eventi avversi.
Pertanto può essere utile testare l’efficacia e la sicurezza della trasfusione di plasma, anche se questa non è una metodica che può servire a prevenire l’infezione, per la quale la strategia migliore rimane sempre l’isolamento protettivo e le precauzioni igieniche.
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